In occasione dell’inizio dell’anno scolastico, l’Osservatorio CIRFOOD District e IPSOS hanno presentato la ricerca “La ristorazione a Scuola: aspettative delle famiglie nel post-Covid e la desiderabilità/essenzialità del servizio” che analizza, in particolare, le abitudini alimentari dei bambini a casa, l’impatto del lockdown sull’alimentazione a casa dei più piccoli e le aspettative dei genitori rispetto alla ripresa in sicurezza del servizio di refezione scolastica.
Secondo la ricerca, i genitori italiani sono consapevoli del fatto che, durante il lockdown e con la didattica a distanza, l’alimentazione dei propri figli a casa sia stata frequentemente irregolare, sbilanciata e priva di cibi nutrienti ed essenziali per la crescita, come, ad esempio, frutta, verdure e pesce.
I genitori dichiarano che, nello stesso periodo, in assenza del servizio di refezione, quasi un bambino su tre è aumentato di peso.
Inoltre, questa situazione ha contribuito ad accentuare la difficoltà delle famiglie nell’organizzare il pasto in casa, incidendo sull’attività professionale dei genitori, obbligati a interrompere il lavoro per preparare il pasto dei più piccoli (40%) e costringendo molti bambini a pranzare da soli (35%).
Dall’analisi emerge che il 76% dei genitori si sente bene all’idea della riapertura delle mense scolastiche, in quanto consapevole del modello alimentare completo e di qualità fornito a scuola e del grande valore del pasto in termini di salubrità, educazione al consumo consapevole, socialità e crescita personale. Alta la fiducia, con un naturale bisogno di chiarimenti, rispetto a come verrà gestito il servizio in questa nuova fase.
La ristorazione scolastica, infatti, viene associata dagli intervistati a una serie di elementi positivi. Tra i quali: un menù sano, un momento di educazione alimentare e al consumo consapevole, una dieta equilibrata. Secondo il 90% dei genitori intervistati, inoltre, il pasto in mensa con i compagni ha un alto valore sociale, aggregativo e di crescita personale.
“Oltre che dal punto di vista nutrizionale, crediamo da sempre nella responsabilità sociale e formativa che il servizio di ristorazione scolastica ha nei confronti dei bambini, ma oggi più che mai, in un contesto in cui la povertà alimentare e la malnutrizione risultano essere in crescita esponenziale, intendiamo continuare ad impegnarci affinché tutti possano accedere ad un pasto sicuro e di qualità” ha dichiarato Chiara Nasi, Presidente CIRFOOD. “Inoltre, è riconosciuto dalle famiglie italiane il valore economico e strategico del nostro settore, a riprova dell’importanza che ricopre per la ripresa del Paese”. Secondo gli intervistati, infatti, la ristorazione scolastica ha effetti positivi sulle imprese del territorio (88%), consente ai genitori di migliorare l’organizzazione familiare (74%) e favorisce l’occupazione femminile generando nuove opportunità lavorative (85%).
I genitori di bambini che frequentano istituti dove non è presente il servizio di refezione scolastica ne reclamano l’importanza: secondo la ricerca condotta, l’84% di questo target ritiene la mensa essenziale in caso di tempo pieno e al contempo, in caso di tempo scuola ridotto, oltre un genitore su due sarebbe interessato a usufruirne.
CIRFOOD, a pieno regime, serve ogni giorno 300mila studenti in oltre 450 Comuni in tutta Italia ed è consapevole dell’importanza della ristorazione scolastica, per questo ha sempre garantito il proprio servizio, con la massima attenzione a qualità e sicurezza.
“Grazie all’esperienza maturata in oltre 50 anni di storia e alla gestione della fase più acuta dell’emergenza, CIRFOOD ha sviluppato un grande ventaglio di soluzioni tecniche e implementato le più idonee per il rientro a scuola in sicurezza nel pieno rispetto dei protocolli emessi dal Ministero della Salute e del MIUR” spiega Chiara Nasi “ciò ci ha permesso e ci permetterà di rispondere alle aspettative dei genitori, in termini di sicurezza, qualità del servizio e menu bilanciati e regolari”.
IN ALLEGATO, L'INFOGRAFICA DI SINTESI